venerdì 10 febbraio 2012

LINEE GUIDA AUTISMO - REGIONE LAZIO


REGIONE LAZIO 
IN BREVE
La Regione ha approvato nel 2006 il Progetto “Autismo ed Educazione Speciale” con l’obiettivo di creare uno scambio permanente di informazioni e una comunicazione diretta fra Istituzioni, mondo della ricerca scientifica e utenti. 
Sulla rete dei servizi, la Regione ha stanziato risorse per alcune strutture per soggetti affetti da autismo, pubbliche e di organizzazioni no profit. Sono presenti progetti specifici nella Provincia di Roma. 
Nella fase attuale il Piano sanitario regionale 2010-2012 dedica particolare importanza agli interventi per la tutela della salute mentale e la riabilitazione in  età evolutiva  (interventi e servizi TSMREE) con l’obiettivo di attuare, in coerenza con i Progetti obiettivo nazionali sulla salute mentale e sulla tutela materno 

infantile, una rete integrata di servizi (servizi ambulatoriali territoriali con funzioni preventive, diagnostiche e terapeutico-riabilitative, rivolte a bambini e adolescenti con disturbi di natura neuropsicologica/ psicopatologica; polo day hospital e polo ospedaliero di neuropsichiatria infantile, comunità diurne e residenziali per adolescenti).  


DESCRIZIONE DELLA NORMATIVA

La Regione Lazio con la legge regionale n. 4 del 2006 ha realizzato la casa della salute della donna e del bambino e attivato il centro regionale per la diagnosi e cura dell’autismo. 
Inoltre ha realizzato, negli anni 2007-2008, il Progetto “Autismo ed Educazione Speciale”, di cui alla DGR n. 924 del 26 ottobre 2006, con l’obiettivo di creare uno scambio permanente di informazioni e una comunicazione diretta fra Istituzioni, mondo della  ricerca scientifica e utenti. Il progetto prevedeva, tra l’altro, una serie di seminari di formazione di genitori e operatori di informazione e discussione degli interessati (genitori, dirigenti e operatori della scuola, della sanità e dei servizi sociali) sulle possibilità di miglioramento ottenibili con una presa in carico integrata e con strategie educative specialistiche. 
Con la delibera n. 499 del 2006, avente ad oggetto  il Piano di utilizzazione degli stanziamenti per la realizzazione e la ristrutturazione di asili nido comunali e strutture socio-assistenziali per gli esercizi finanziari 2006, 2007 e 2008, la Regione ha stanziato risorse anche per la realizzazione di strutture per soggetti affetti da autismo, nonché per minori per i quali la permanenza nel nucleo familiare sia temporaneamente o permanentemente impossibile, e che necessitano di un'azione specifica di sostegno e di recupero, anche finalizzata all'inserimento sociale e lavorativo o al reinserimento scolastico, con la finalità di dare una risposta concreta all'utenza presente nel territorio. 
Successivamente, la legge regionale n. 2 del 2009 prevede l’istituzione del  centro di accesso unico alla disabilità (CAUD) al fine di garantire a tutti i cittadini le informazioni, l'orientamento, l'assistenza amministrativa necessaria, nonché l'efficiente gestione degli interventi e dei servizi rivolti ai disabili e ai loro nuclei familiari ed allo scopo di promuovere, sostenere, armonizzare le azioni ed i servizi di cui alla presente legge, in ciascun ambito distrettuale, all'interno del punto unico di accesso integrato sanitario e sociale. Lo stesso opererà all’interno del  Punto unico di accesso ai servizi sanitari e sociosanitari che è in fase  di implementazione nella Regione Lazio. 
Inoltre il Piano sanitario regionale 2010-2012 (di  cui al decreto commissariale n. 87 del 2009) dedicaparticolare importanza agli  interventi per la tutela della salute mentale e la  riabilitazione in età evolutiva. Tali interventi sono svolti da servizi specifici che si occupano dell’individuazione precoce, del trattamento e della prevenzione di disturbi riferibili a due principali configurazioni: patologie e disturbi neuromotori e sensoriali di origine congenita e acquisita, e patologie di rilevanza psichiatrica comprendenti difficoltà e alterazioni dello sviluppo psicologico, affettivo e relazionale.  
I riferimenti normativi e di indirizzo per le attività dei servizi TSMREE sono il Progetto Obiettivo “Maternoinfantile 1998-2000” e il D.P.R. 10 novembre 1999 Progetto obiettivo “Tutela della Salute Mentale 1998-2000” che prevedono l’istituzione di una rete integrata di servizi dedicati all’età evolutiva, articolata in servizi ambulatoriali territoriali con funzioni preventive, diagnostiche e terapeutico-riabilitative,  rivolte a bambini e adolescenti con disturbi di natura neuropsicologica/ psicopatologica; polo day hospital e polo ospedaliero di neuropsichiatria infantile, comunità diurne e residenziali per adolescenti.  

1 commento:

  1. HO LETTO:Genitori, famigliari, autistici, adesso avete uno strumento in piu’ per difendervi, siccome sono frequentissimi i comportamenti, devianti, omissivi, ciarlataneschi, ignoranti e di disinformazione:

    Denunciate, denunciate, denunciate !!!

    Il decreto legge sulla sanità in vigore da qualche giorno prevede esplicitamente quanto segue:

    DECRETO-LEGGE N. 158, 13 SETTEMBRE 2012 (Gazzetta Ufficiale n. 214 del 13.09.12, pag. 3)

    Art 3. Responsabilita’ professionale dell’esercente le professioni sanitarie

    1. Fermo restando il disposto dell’articolo 2236 del codice civile, nell’accertamento della colpa lieve nell’ attivita’ dell’esercente le professioni sanitarie il giudice, ai sensi dell’articolo 1176 del codice civile, tiene conto in particolare dell’osservanza, nel caso concreto, delle linee guida e delle buone pratiche accreditate dalla comunita’ scientifica nazionale e internazionale. Pertanto la Linea guida n,21 dell’ISS sul trattamento dell’autismo può contare su una maggiore forza, poichè il medico che se ne allontana può essere accusato anche nel caso di colpa lieve, con le conseguenze di obbligo di risarcimenti da pagare. E’ una buona norma che da un lato tranquillizza i medici aggiornati che si attengono alle linee guida e dall’altro facilita le richieste di risarcimento dei malati che hanno ricevuto danni da comportamenti “devianti” dei sanitari. I ciarlatani che speculano sulla malattia vendendo interventi non efficaci rischiano più di prima di dovere pagare risarcimenti e questo può essere un disincentivo efficace alle loro pratiche, stante che la loro motivazione principale è il profitto. Anche i sanitari onesti che non applicano le linee guida rischiano, con il loro comportamento omissivo, di dovere risarcire i danni derivanti dal mancato miglioramento del paziente.

    QUANDO LA ASL DI POMEZIA INTENDE ATTUARE VERAMENTE PER TUTTI LE LINEE GUIDA?

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