martedì 28 aprile 2015

I figli non ascoltano? 7 regole per essere efficaci

L'educazione dei bambini è una sfida continua oltre i propri limiti dell’impegno e personali. A volte ci si sente soddisfatti e stupiti per essersi comportati anche oltre le proprie aspettative ma altre prevale un sentimento di sconfitta. Quando nonostante i sacrifici compiuti i figli non vogliano proprio saperne di cambiare e apprendere altri comportamenti la maggior parte dei genitori perde comprensibilmente la calma. Il ricorso a misure drastiche come:
appare naturale ma alla lunga questi metodi non fanno altro che incentivare le occasioni di conflitto e ildeterioramento del rapporto tra genitori e figli. Allora cosa fare?
Ecco alcune semplici regole possono aiutarvi a risolvere il conflitto e che, se vengono seguite quotidianamente, possono anche ridurre le occasioni di contrasto.

7 regole di uno stile educativo efficace

Quali azioni di un genitore possono essere efficaci nel risolvere l’opposizione con i figli? Quali caratteristiche ha una regola efficace? Si può imparare a “rimproverare”?
I passaggi da tenere a mente:
1. Coerenza: l’unione fa la forza.
Ogni genitore ha uno stile educativo diverso; questo dipende dalla propria storia personale, dalle esperienze di vita e dal carattere di ogni genitore, ergo…ogni genitore ha un diverso grado di tolleranza. Mamma potrebbe essere considerata più severa di papà e viceversa, ed alla lunga i figli tenderanno a creare legami più stabili col genitore più “morbido” o a rivolgersi a lui per scampare alle regole. Questa incongruenza può generare confusione e disorientamento e in estrema sintesi, soprattutto nei bambini più piccoli, anche malessere psicologico.Individuate regole condivise e impegnatevi insieme all’altro genitore per farle rispettare.  Se mamma dice che non si può giocare al pc dopo le 20 ma il papà accende il pc e si mette a giocare col figlio, quale regola bisogna seguire? Siate voi a scegliere, il bambino non è in grado di capire come comportarsi e, di certo, nel dubbio sceglierà il comportamento più conveniente per lui.
2. Nonni, zii, parenti: qual è il loro ruolo educativo?
I tentativi delle persone esterne allo stretto nucleo familiare, i suggerimenti espressi magari proprio di fronte agli stessi bambini alimentano essi stessi confusione. Anche questo può spingere i propri figli a comportamenti non opportuni. Sarebbe opportuno l’intervento diretto dei genitori, questa volta nei confronti dei familiari; per ricordare il loro ruolo che, per quanto importante, deve limitarsi a fornire supporto quando richiesto, ma soprattutto non dovrebbe mai essere antagonistico o sostitutivo a quello genitoriale. Comunicate allo stesso bambino l’importanza di parenti e amici, ma allo stesso tempo sottolineate che quando si tratta di educazione l’ultima parola spetta comunque ai genitori.
3. L’uso di uno stile educativo efficace.
Lo stile educativo ha ruolo fondamentale:
  • se autoritario pone il genitore nello status di stabilire le regole che il bambino deve limitarsi a seguire senza dissenso. Questo può favorire comportamenti aggressivi, oppositivi ed impedisce ai bambini di acquisire le capacità di autoregolazione e di scelta.
  • se permissivo al bambino viene data la possibilità di comportarsi come vuole e ciò può portare i bambini a credere che tutto sia loro dovuto ed in estrema ratio anche ad atteggiamenti di arroganza e di bullismo nei confronti di chi li ostacola.
In entrambi i casi si tratta di modelli  che comportano molte conseguenze negative per la vita dei propri figli. Lo stile educativo che sembra fornire risultati migliori per l’educazione dei figli è quello “autorevole”: basato sul rispetto reciproco delle esigenze dei genitori e dei figli. In questo modo i genitori dopo aver stabilito insieme le regole le discutono con i figli spiegandone loro la funzione ed aiutandoli ad accettarle.
4. Le regole devono essere semplici e chiare
Molte regole non vengono rispettate semplicemente perché il bambino non riesce a capirle, o perché le interpreta in maniera diversa rispetto ai genitori. Se si vuole insegnare a un bambino a raccogliere i giocattoli dopo aver giocato, se la mamma, dopo avergli fatto vedere come si fa, dice: “Vai a raccogliere i giocattoli” il bambino probabilmente capirà che vale solo per quel momento. Da li in poi la mamma troverà sempre giocattoli sparsi e si arrabbierà. Il problema è che l’informazione fornita è ambigua. Se la mamma vuole insegnare la regola sarà meglio che dica: “Da oggi, quando avrai finito di giocare è bene che rimetti a posto e in ordine i giocattoli”, in tal modo la regola sarebbe stata più chiara. Una regola sarà accettata e messa in atto se chiara, semplice e bene presentata.Ogni regola ha maggiori probabilità di essere rispettata se viene così formulata:
  • regola + motivazione + conseguenza
Per esempio, tornando alla regola dei giochi, si potrebbe dire: “Per favore, dopo che finisci di giocare devi riporre i giochi” (regola), “perché se li lasci in giro per casa possiamo rischiare di farci male o di calpestarli e romperli” (motivazione), “e poi non potrai più giocarci” (conseguenza). In questo modo non solo si comunica la regola, ma si spiega al bambino quali siano le cause che l’hanno determinata e lo si motiva a rispettarla.
5. Impariamo a rimproverare
Non tutti i rimproveri hanno la stessa funzione e non tutti sono efficaci. Insultare o colpevolizzare il bambino con frasi tipo “guarda cosa hai fatto, sei un bambino monello” non aiutano il bambino e possono non essere neanche efficaci. Le caratteristiche di un rimprovero efficace sono quelle dioffrire al bambino la possibilità di capire i propri sbagli e di crescere. Il rimprovero quindi:
  • dovrebbe seguire subito il comportamento,
  • deve descrivere esattamente quale sia stato l’errore commesso, per esempio “Hai rotto la bottiglia. Potevamo farci male”
  • deve esprimere le sensazioni del genitore, “Mi sento molto arrabbiata”.
  • fate un grande sospiro e cercate di cambiare atteggiamentospecificate poi il comportamento desiderato, “Vorrei che facessi più attenzione quando giochi in casa e che evitassi di correre”
  • fornisce conseguenze positive del tipo “So che non lo hai fatto di proposito. Sono sicura che non lo farai più, così non rischi di far male a nessuno
  • infine  accertatevi che il bambino abbia davvero capito l’errore
6. Il castigo
Se nonostante tutte le regole precedentiil bambino continua a non ascoltare ed a mettere in atto comportamenti pericolosi per se stesso o per gli altri, la soluzione più adeguata potrebbe essereallontanare il bambino dalla situazione scatenante, ed allontanarlo da tutto ciò che potrebbe rinforzare un’ulteriore escalation. Per esempio, se un bambino continua a picchiare altri nonostante i rimproveri dei genitori sarebbe opportuno isolarlo per farlo calmare. Il castigo è  un intervento drastico che andrebbe applicato solo in casi estremi; in secondo luogo per essere efficace deve essere ben imposto. Se allontanato il bambino dovrebbe quindi:
  • essere ad esempio collocato in un luogo privo di stimoli che possono ulteriormente motivarlo come giocattoli o altri oggetti per lui piacevoli
  • il tempo d’isolamento dovrebbe essere breve, circa 5 minuti, in modo da far tranquillizzare il bambino senza però traumatizzarlo
  • se il bambino non rispetta la punizione, il tempo dovrebbe essere incrementato di un minuto alla volta
  • se il bambino si lamenta, piange o protesta durante la fase di punizione bisogna ricordate che generalmente lo fa per attirare l’attenzione dell’adulto quindi evitate di rispondergli
  • dopo la fine della punizione, il bambino ha tutto il diritto di essere imbronciato e non bisogna assolutamente rimproverarlo
  • infine, non abusare mai di questa tecnicapotrebbe infatti avere conseguenze dannose per lo sviluppo del bambino.
7. Alcune cose non si possono e devono cambiare
Figli che assomigliano ai genitori? Per alcune mamme e papà è cosi che dovrebbe essere ma non sempre è possibile. Non dimenticate che i figli hanno la loro personalità, i loro gusti e fanno parte di una cultura specifica, frutto del tempo in cui crescono. I gusti, le mode, le preferenze, e tutto ciò che riguarda l’unicità della persona non può essere cambiato e prescinde dall’educazione. Cercare dunque di modificare i gusti dei figli è  controproducente in quanto si ripercuote sul rapporto che avete con loro. Imparate ad amarli così come sono, affinché loro possano imparare ad amare voi così come siete.

http://www.universomamma.it/figli-non-ascoltano-7-regole-per-essere-efficaci/

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